Cittadini, ambiente e senso civico: storia di un rapporto difficile

Il nostro territorio è martoriato da discariche abusive e incuria. Ma controllo del territorio e campagne di sensibilizzazione non bastano senza una partecipazione attiva del cittadino nella gestione dei rifiuti

 

Incendi, rifiuti abbandonati, strade dissestate e torrenti sporchi. Il territorio delle valli del Mela, del Niceto e del Nauloco trasuda forti difficoltà ambientali e una critica carenza di educazione civica. Queste condizioni mettono in crisi gli amministratori, costretti ad ottemperare questi deficit tramite misure urgenti ed a volte in conflitto con gli organi sovracomunali. Ristrettezze economiche, problemi di bilancio, carenze di personale e indisponibilità dei mezzi a cui si aggiungono diktat diplomatici e logoranti burocrazie.

L’inciviltà non accenna a diminuire, in un territorio che deve fare i conti con l’industrializzazione pesante e l’aumento di malattie tumorali, malformazioni e malattie cardiorespiratorie. Ormai i Comuni sono “costretti” ad avviare la Raccolta Differenziata dei rifiuti, che però fatica a decollare, nonostante forti misure di controllo e sicurezza del territorio.

Alcuni di questi cittadini poco ligi si cimentano nella nuova disciplina sportiva del “lancio del sacchetto”, chi comodamente seduto nel mezzo di trasporto, chi sagacemente nascosto negli angoli più remoti. Cambia la tipologia del rifiuto ma i campi di gioco sono quasi sempre gli stessi: torrenti, aree incolte, strade chiuse al traffico o poco trafficate, aree disabitate e via discorrendo, purché non vi siano né occhi digitali né arbitri della legge.

Di certo la difficoltà emerge in un territorio tortuoso e difficile da gestire, dove l’abbandono della campagne è all’ordine del giorno e la crisi economica non permette una manutenzione ordinaria sia per i privati sia per gli Enti pubblici. Non resta che agire in via straordinaria: ad esempio, il Comune di Monforte San Giorgio potrà usufruire di un rimborso di circa €58.019,80 dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura per l’acquisto di un mezzo cingolato. L’utilizzo del mezzo darebbe un po’ di respiro alle numerose criticità presenti nelle oltre 40 e più strade rurali insistenti nel territorio. Molte di esse, vuoi per la poca fruizione o per gli eventi calamitosi, non possono essere adeguatamente riassestate, perché si preferisce puntare sulle tracce principali e maggiormente trafficate. Il mezzo pesante sarà fondamentale per la comunità: proprio a causa della scarsità di mezzi, durante l’alluvione del 2011, a Pellegrino rischiò la vita un operatore comunale, precipitato da un’altezza di oltre cento metri con la pala gommata dell’ente durante delle operazioni per liberare il passaggio da una frana. Il dipendente si salvò per miracolo, mentre la pala restò lì, in preda alle sterpaglie per oltre 2 anni, nell’attesa che si riuscisse ad intervenire per poterla estrarre dalla zona impervia: e cosi fu nell’autunno del 2013.

Non solo Monforte, ma molti centri collinari hanno alcune strade in pessime condizioni, tra vegetazione spontanea ormai ai livelli di una giungla e manto dissestato. Basti pensare alla SP 59 che collega la frazione S. Salvatore di Roccavaldina a San Cono di Rometta, che per centinaia di metri è sprovvista di asfalto. Un po’ diversa la situazione a San Pier Niceto dove, nonostante si contino molte strade comunali e rurali, le condizioni di dissesto non sono eccessive. In generale, molte di queste rotabili un tempo erano state strutturate per il passaggio pedonale o di cavalli e somari; oggi, ove possibile, talune sono state trasformate per permettere lo scorrimento almeno di un moderno mezzo di trasporto.

L’esigenza di chi con il contado ci vive è quotidiana e non sempre questi ammodernamenti avvenuti verso la fine degli anni ’70 riescono ad essere al passo coi tempi e le dinamiche contemporanee. Analizzando anche i costi di alcuni interventi di somma urgenza dovuti alla bomba d’acqua dello scorso inverno, in alcuni casi si sono dovute impegnare somme che hanno creato debiti fuori dai bilanci comunali, anche oltre i 100.000 €, pur di salvaguardare l’accessibilità ai fondi rustici. Un mezzo meccanico di proprietà pubblica in tali emergenze può alleggerire il peso degli interventi esterni e risolvere i problemi della manutenzione ordinaria. A ciò bisogna aggiungere anche l’inadempienza di alcuni proprietari terrieri, che ostacolano il defluire delle acque di scolo e non si curano di scerbare i terreni, evitando anche il rischio incendi.

Discorso più complesso per i torrenti e la strada IRSAP, trasformate in vere e proprie discariche di rifiuti. Molti alvei e arginali raccolgono gli smaltimenti di menefreghisti del senso civico e della cultura ambientalista. Su questi siti troviamo di tutto: dall’amianto ai laterizi, dalla plastica agli ingombranti. Oltre a tali scempi, molte volte imperversa la mancata risagomatura degli alvei torrentizi e le diatribe diplomatiche tra enti ed istituzioni sull’attuazione di determinati interventi, tal volta minimi, per tamponare e scongiurare esondazioni e crolli dei muri arginali, senza considerare il problema estivo degli incend. Sul versante IRSAP i comuni interessati dal passaggio, dopo aver ottenuto l’inverno scorso un intervento di circa 22mila euro, hanno inviato all’Ente Regionale una richiesta urgente per un nuovo intervento di pulizia. Monforte è stato uno dei primi Comuni ad emanare l’Ordinanza Sindacale, chiarendo che qualora l’Ente non avesse ottemperato all’urgenza, sarebbe intervenuto il Comune stesso in via sostitutiva, addebitando in danno le spese per gli interventi necessari a garantire il decoro urbano.

Insomma, civiltà e rispetto per l’ambiente sono ancora lungi dall’essere valori condivisi, specie al sud. Ma l’incuria e il degrado si ripercuotono sugli stessi cittadini, danneggiando salute ed economia. Finché non sarà chiaro questo concetto, non ci sarà speranza di riscatto per la nostra area. E a poco servirà appellarsi alle istituzioni.

Antonio Nastasi