San Pier Niceto – l’Ingegnere Antonino Micale ci racconta la Storia dei Rioni San Francesco, Rosario, Sant’Antonio e della Via Manganelli – Video –

A seguito del Nostro secondo filmato della Serie Street Vineddi di San Pier Niceto realizzato fra la Zona di San Francesco e del Rosario, abbiamo ricevuto dall’appassionato di Storia Sampietrese, l’Ingegnere Antonino Micale un messaggio nel quale racconta la Storia dei Rioni San Francesco, Rosario e della Via Manganelli.

Di seguito il testo integrale che ci ha fornito l’Ingegnere Antonino Micale:

S. Francesco
Il quartiere prende il nome dall’omonima chiesa dedicata a S. Francesco di Paola. La tradizione dice che fu lo stesso Santo a fondare il convento e la chiesa annessa, compreso il solito miracolo delle travi più corte o più lunghe che il Santo toccava e divenivano della misura.


La chiesa ed il convento dei minimi intitolati a Santa Maria Maggiore furono fondati nel 1634 per volere di Flavia Monforte, moglie del principe Giuseppe Moncada. I resti del convento, del quale è stato riportato alla luce solo un arco in muratura, nell’atrio comunale, sono oggi inglobati nella costruzione che ospita il municipio.


Nel cartiglio posto sopra il portale si legge che la chiesa fu ultimata nel 1721, ma probabilmente si riferisce alla sua ricostruzione dopo il terremoto del 11 gennaio 1693- Difatti accanto alla porta laterale della chiesa è posta una lapide che dice che la chiesa fu ricostruita “in parte dalle fondamenti”.


“QUI MARMORIS VARIETATE DECORUM REDDERE TEMPLUM HOC CURAM HABUIT QUIQUE PARTIM FUNDITUS ERIGERE ET REDDITIBUS AUGERE SUUM HUNC PATRIUM CONTUM INFATICABILI LABORAVIT AMORE IN PERENNI MARMORE VIVUM DETINERE NOMEN RELIGIOSA SUORUM GRATITUDO NON NEGLEXIT SI TANTI VIRI BENE MERITAM SCIRE CUPIS CONDITIONEM INSPECTOR A. R. P. IONNIS DE NUCCIO SANCTIPETRENSIS ORD. M. M. LECT. IUBTI TIBI MEMORIA OCCURRAT QUI INTER MINIMOS RELIGIOSIS EMIGANS VIRTUTIBUS CAELUM UT PIE CREDITUR CONSCENDIT DIE 6 IANNUARI 1768 ETATIS SUAE 72.”
“Chi ebbe cura di restituire decoro a questo tempio con la varietà del marmo e di innalzare in parte dalle fondamenta e di aumentarne le donazioni con il suo conto familiare, di lavorare con amore infaticabile per mantenere vivo nel perenne marmo il nome e non trascurò la sua religiosa gratitudine, se desideri conoscere tale uomo benemerito (egli è) l’ispettore a.r.p. (arciprete ?) Giovanni Nuccio sampietrese, dell’ordine m.m. (dei minimi ?) lect. iubti ( ? ), che sia presente nella tua memoria, egli che risplendendo tra i Minimi per virtù religiose, come piamente si crede sia asceso in cielo il giorno 6 gennaio 1768 all’età di 72.”


Officiata dal clero locale fino al 1950, quando per omesse opere di manutenzione venne chiusa al culto. L’iter di retrocessione e consegna inizia nel 1932 e nel 1947 la giunta municipale consegna la chiesa con annesse due aule a condizione che queste restino in uso al comune. Le vicende riguardanti la proprietà della Chiesa di San Francesco di Paola sembrano concludersi nel 1988 con una ordinanza della prefettura di Messina.


Nel 1994 l’amministrazione comunale comunica la chiusura dell’accesso tra i locali municipale e la torre campanaria e le operazioni di consegna definitive avvengono il 18 ottobre 1995 alla presenza delle parti interessate.
La Chiesa è stata riaperta al culto il 17/10/2010.


Dopo la soppressione degli enti religiosi (R.D. 3036 del 7 luglio 1866), il convento fu trasformato in scuola elementare e municipio. Oggi l’intero convento è utilizzato come municipio. Ha subito diverse trasformazioni, alcune di dubbia fedeltà architettonica alle sue origini. Non si capiscono per esempio le soglie di pietra lavica poste alle finestre, del tutto estranee all’architettura originale e del tutto estranee alla tecnica costruttiva di San Pier Niceto.

La chiesa fu notevolmente danneggiata durante l’alluvione del 1951 e di conseguenza chiusa al culto. Di recente è stata trasformata restaurata e riaperta al culto.


S. Antonio
Questo quartiere prende il nome dalla chiesa delle Anime Purganti dedica a S. Antonio di Padova. Fu sconsacrata ed in seguito adibita anche a teatrino parrocchiale e a biblioteca.


Rosario
Prende il nome dalla chiesa della Madonna del Rosario del XVII secolo. Attualmente la chiesa è chiusa al culto e necessita di restauro e manutenzione.


Manganeddu
La produzione delle stoffe di lino fu una attività molto diffusa fino all’inizio del ‘900.
Gli steli del lino fatti essiccare, venivano sottoposti alla maciullatura per mezzo di martelli detti gràmole, azionati a mano o meccanicamente, che schiacciavano e frantumavano la parte legnosa. Detti martelli, in dialetto vengono chiamati mangano o manganeddu a secondo della loro grandezza e gli stessi hanno dato il nome al quartiere
.

In riferimento al messaggio dell’Ingegnere Antonino Micale abbiamo ricevuto un ulteriore messaggio da parte del Seminarista Nicola Antonuccio con la seguente precisazione:

La Chiesa di S. Antonio e delle Anime Purganti prende il nome dal santo anacoreta Antonio Abate, il cui quadro del famoso pittore Luigi Querieux, si trova attualmente nella nostra Chiesa Matrice.
S. Antonio di Padova si trova(va) nella chiesa del SS. Rosario da dove si snodava, sino a qualche decennio fa, la processione in suo onore.

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1 COMMENTO

  • Rosario Lombardo 3 anni fà

    Quello che veramente si è perduto ,nelle chiese di S.Antonio e del Ss.Rosario , sono le tombe situate nel sottosuolo . Nella chiesa del Rosario io stesso ho potuto verificare scendendo giù cOn una lunga scala di legno,come le tombe erano disposte accatastate secondo l’importanza (allora io li ho definite 1′ e 2′ classe (?). La terza non aveva casse e i cadaveri venivano buttati giù da alcune botole del pavimento della chiesa e i resti si vedevanO sparpagliati nel sottosuolo. Alcuni lavori di ristrutturazione eseguite sotto il controllo e la direzione dei lavori della Sovraintendenza di Messina ha distrutto tutto anche alcune opere del Gagini ( credo) su tetto della chiesa del Rosario. Ricordo di aver interessato la Procura della Repubblica di Messina per impedire quella distruzione ma non ho ottenuto niente.

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